Caratteristiche
generali
Il comprensorio comunale di Barrafranca è localizzato nel
settore centro-meridionale della Sicilia, ove si situa sulle
ultime propaggini sud-occidentali dei Monti Erei, e si
estende per una superficie di circa Ha 5400.
Dal punto di vista amministrativo, esso ricade nel
territorio della Provincia di Enna (fig. 1) e confina a Nord
e ad Ovest con il comprensorio di Piazza Armerina (Enna), a
Nord-Est e ad Est con quello di Pietraperzia (Enna), a Sud
con Mazzarino (Caltanissetta) e a Sud-Est con Riesi
(Caltanissetta).
L’area collinare interna della Sicilia, ove è localizzato il
territorio in esame, è a diffusa utilizzazione agricola. Il
paesaggio si presenta notevolmente antropizzato,
apparentemente privo di elementi di pregio naturalistico.
Notevolmente diffusi sono gli incolti da più o meno recente
abbandono a utilizzo agricolo da parte dell’Uomo; in questi
ambienti, l’abbandono e l’assenza di un programma di
gestione del territorio sono causa di processi di
degradazione ambientale.
Maggiori conoscenze del territorio, a carattere geobotanico,
costituirebbero certamente un valido contributo ad
un’eventuale pianificazione di interventi di restauro e di
recupero.
Fig. 1 : Ubicazione del territorio
Il
territorio presenta un’orografia pressoché collinare, con
altitudini comprese tra 250 m (C.da Pietralunga) e 640 m
s.l.m. (C.da Torre) ed è percorso dai torrenti Braemi
e Tardara; corsi d'acqua aventi carattere
spiccatamente torrentizio, lungo i quali si rilevano aree di
natura alluvionale, di varia estensione.
Si evidenzia un accentuato grado di antropizzazione dal
punto di visto paesaggistico, come pure dal punto di vista
floristico e vegetazionale. Gli ambienti più antropizzati,
oltre l’area urbana e periurbana di recente estensione, sono
rappresentati da quelli colturali, sia quelli ancora in uso
che quelli abbandonati. Alla vista, il territorio presenta,
oltre a una marcata impronta agricola, anche evidenti segni
di incontrollato sfruttamento intensivo da parte dell’Uomo,
come dimostrasi dalla presenza di numerose cave estrattive
di pietra dislocate in diversi siti, tra quelle ancora in
uso e quelle dimesse (miniera ad estrazione di zolfo), dai
fenomeni di dissesto idro-geologico causati dal
disboscamento, dagli esiti di incendi e pascolo: denudamenti
e impoverimenti di suolo su vaste e diffuse aree.
Dal punto di vista geologico, si rilevano vaste aree
interessate da affioramenti di sabbie plio-pleistoceniche,
alternati a calcareniti; su una di queste arre è ubicata
l’area urbana del comune di Barrafranca. In corrispondenza
di esse si ergono altresì dei pianori di tipo tabulare
“Mesas” come ad esempio in c.da Piana della Montagna. Si
rilevano, inoltre, Argille marnose e Argille brecciate, sia
del Pliocene che del Tortoniano, affioramenti di roccia
calcarea del Messiniano dalla morfologia molto articolata e
irregolare.
Aree interessate dalla copertura di materiale alluvionale di
origine fluviale sono localizzate perlopiù lungo i corsi
d’acqua e le loro diramazioni. In queste aree, la cui
morfologia si presenta quasi del tutto pianeggiante,
sovente, sono assenti vere e proprie linee di deflusso
superficiale; pertanto, vi si possono verificare, in
concomitanza di violenti eventi meteorici, fenomeni d’alluvionamento
con conseguenti danni e disagi di diversa portata a
manufatti e persone. Il sistema idrografico dell’area
esaminata è costituito da due affluenti del Fiume Salso (o
Imera meridionale): il Torrente Braemi e il
Torrente Tardara; corsi d'acqua a spiccato regime
torrentizio, caratterizzati da frequenti piene nel semestre
autunno-inverno e periodi di magra nel semestre
primavera-estate.
Dei due corsi d’acqua anzidetti, il principale, per
estensione di bacino e portata media, è il Torrente
Braemi; la sua presenza determina l’ampia e fertile
piana alluvionale, situata al confine sud-orientale del
comprensorio, detta localmente: “chianu u sajuni”.
Il clima dell’area indagata è da riferire al tipo
termo-mediterraneo. Da un punto di vista
fitoclimatico, in relazione all’indice bioclimatico di
De Martonne (1926), l'area di Barrafranca ricade
nella fascia climatica di tipo semi-arido (tipo
mediterraneo).
Uso del territorio
Allo stato attuale, gli ambienti antropizzati più largamente
diffusi sul territorio, oltre quelli urbani, sono le colture
agrarie, costituite principalmente da seminativi semplici e
arborati e tipiche colture legnose mediterranee: mandorleti,
oliveti e in misura minore vigneti.
Tra gli aspetti colturali erbacei prevalenti vi sono i
seminativi cerealicoli, ove la coltura del grano duro e il
riposo si alternano senza alcuna rotazione costante, mentre
è pratica diffusa il “ringrano”.
Nelle aree pianeggianti, specialmente quelle favorite dal
punto di vista irriguo, oltre al seminativo, si rilevano
colture ortive specializzate a ciclo invernale (carciofo,
finocchio, ecc.) ed estivo (pomodoro, peperone, ecc.).
Ben rappresentate sul territorio, ove le condizioni
geopedologiche lo consentono, sono le colture legnose,
costituite in massima parte da mandorleti ed oliveti,
diffusi soprattutto nelle stazioni poste in pendio.
Vigneti, per buona parte di recente diffusione, sono
localizzati su suoli relativamente pianeggianti, a
componente marnoso-calcarea (C.da Moli, Setica). Trattasi di
piccole e medie aziende agrarie, per buona parte, a
conduzione familiare. In taluni siti sono stati individuati
individui di pistacchio in avanzato stato di abbandono.
L’agricoltura rappresenta, ancora oggi, il settore
produttivo prevalente per la popolazione del territorio
comunale di Barrafranca; in particolare, negli ultimi anni,
sempre più fiorente risulta essere la coltivazione del
mandorlo e dell’ulivo, mentre quella cerealicola non sta
avendo sviluppo, semmai sta subendo un certo declino.
Notevolmente diffusi sono gli incolti da più o meno recente
abbandono colturale, gli ambienti nitrofilo-ruderali;
ambienti utilizzati generalmente ad uso di pascolo di
ruminanti.
Per quanto riguarda la vegetazione naturale, essa è
frammentaria, rappresentata da aspetti degradati e per lo
più localizzata in stazioni ove non si rende possibile l’uso
a scopo agricolo: valloni, pendii con accentuata acclività,
calanchi, rupi, aree con elevata presenza di roccia
affiorante, ecc.. Gli aspetti di vegetazione naturale sono
costituiti, in massima parte, da formazioni a carattere
erbaceo e da frammentari ed isolati lembi di formazione a
gariga.
Non si rinviene, nel territorio in esame, alcuna zona
boschiva naturale o aree con aspetti di macchia. Su un’area
di limitata estensione, presso C.da “Serra Lunga” e M.
Sciorino, si rileva un rimboschimento ad Eucalipto (Eucalyptus
camaldulensis), ove si rinvengono altresì sparsi
esemplari di: Cupressus sempervirens, Pinus pinea e Pinus halepensis.
Le formazioni naturali più diffuse sul territorio sono
quelle a carattere erbaceo; in particolare, le praterie ad
Ampelodesma (Ampelodesmos mauritanicus), detta
nel vernacolo locale Ddisa. Ampelodesmeti a più o
meno larga diffusione si rinvengono lungo i versanti
collinari con substrati di natura calcarea.
Praterie a Sparto (Lygeum spartum), detto nel
vernacolo locale Arfa, sono largamente diffuse su
suoli di natura argillosa, ricoprendo le zone meno acclive
dei calanchi, mentre i tratti con più accentuata pendenza,
soggetti ad intensa e costante erosione, si presentano del
tutto denudati.
Frammentari lembi di gariga a Timo (Thymus capitatus),
con i suoi caratteristici cespugli a “cuscinetto”,
colonizzano in modo discontinuo, soprattutto laddove vi sono
affioramenti di roccia, ambienti rupestri non soggetti
all’azione continuata di disturbo antropico.
Fra gli aspetti di vegetazione idro-igrofila, i più diffusi
sono i canneti a Phragmites australis che si
insediano lungo gli alvei dei torrenti e nei fossati
soggetti a periodiche inondazioni; intercalati a questi
popolamenti, o ai loro margini, si rilevano individui di
tamerici.
Giuseppe Valerio Grillo |